mercoledì 20 maggio 2009

Legge mia, legge tua. Le leggi come le brutte donne: non le vuole nessuno.

Parafrasando un proverbio: le leggi (le responsabilità) sono come le brutte donne: non le vuole nessuno. Quello su cui voglio porre l'attenzione oggi è che in Italia, da "qualche" tempo, si è dato il cognome di politici alle leggi, a titolo d'esempio: legge Bersani, legge Bossi-Fini, legge Gasparri, Lodo Alfano e così via. Malgrado queste leggi siano state promulgate da un governo di destra o di sinistra non compare mai e dico mai il nome del capo del governo (o premier, per riempirsi la bocca di termini anglofoni). Perchè questo? Il sospetto, che è l'unica cosa possibile in questo caso, è che si voglia deresponsabilizzare il capo di un dato movimento politico delle leggi promulgate durante il suo mandato, come a volerne imputare la responsabilità non a lui, bensì al politico da cui la legge prende il nome. Tant'è vero che in una delle sopracitate leggi, un premier si è permesso di dire: «Non ero presente in aula durante la votazione».
Una delle tante mosse mediatiche che vengono fatte in questo paese, e quindi alla fine, solo una questione «d'immagine», ma sull'immagine molti dei politici oggi basano la propria campagna elettorale, quindi a qualcosa questa benedetta «immagine» deve pur servire.

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