giovedì 25 marzo 2010

Europa unita? Cartelli stradali

In questo articolo faccio notare a chi non sia mai uscito dai confini nazionali, che in una federazione di stati come l'europa, ciascuno alla fine fa un pò come gli pare. Se domani posso prendere la macchina e andare in Belgio, Danimarca, Francia, Germania, ecc.. beh allora sono autorizzato a circolare in ciascuno di questi stati? Sì. Ma allora se sono libero di circolare ci devono essere delle norme comuni, limiti uguali, segnaletica internazionale uguale per tutti? No. Questa anomalia è stata notata da chiunque sia andato all'estero e la cosa, malgrado sia di per se insignificante, è più che altro folcloristica ad una prima occhiata. Infatti passando da uno stato ad un altro si vedono cambiare i cartelli, al variare dei volti delle persone (in fisica il famoso: Δ c/Δ v), gettando all'inizio gli automobilisti nel panico trovando per la terza volta il cartello dell'uscita "ausgang". «Oh sta Ausgang è ovunque in Germania, sarà una cittadina molto grande». «Strano non ne ho mai sentito parlare». Ma al di là dei problemi linguistico-geografici dei malcapitati turisti "del" caso ("per" non si può usare. È ®), subentrano tanto per cambiare questioni economiche. Sì, sempre lì vado a parare. Infatti è noto che se passi in Svizzera, pensando che, come in Italia, la massima velocità consentita in autostrada sia 130 Km/h; beh riceverai una salata sorpresa ad aspettarti al tuo rientro a casa. Infatti sulle semi-autostrade svizzere (evidenti per via del fatto che le corsie sono tratteggiate a metà e se ne può usare solo una metà. Infatti l'altra è riservata alla transumanza) la velocità massima consentita è di 100 Km/h. Va bene, ma la svizzera non fa parte dell'europa. Certo! Ma questo principio è valido in qualunque stato e non solo sulla velocità. In Germania la velocità in autostrada è al massimo di 160 Km/h, eccetera..Insomma paese che vai cartelli che trovi...quando li trovi.
Alcuni link:

Europa unita? Università in Italia

Ecco il secondo articolo della serie: «europa unita?». In questo articolo vi sottoporrò un ulteriore caso di particolarità in Italia e in europa visto che ne facciamo parte. Se l'europa è unita e se, oltre all'abbattimento dei dazi doganali e delle frontiere, abbiamo permesso la libera circolazione delle persone, beh allora io oggi mi laureo qui in Italia, supponiamo a Parma, e domani vado a lavorare in Danimarca con la garanzia che il mio titolo di studio (universitario) è riconosciuto. Ossia non avviene che in Italia sono il dottor Pirlotto Pirlottoni e in Danimarca sono un pirlotto qualunque. Benissimo, ma se il principio vale a livello europeo allora come minimo dovrà valere a livello nazionale, giusto? No! Infatti se oggi voi vi laureate ad esempio ad una laurea triennale a Parma e decidete di trasferirvi a Roma per effettuare la specialistica, dovete andare a questuare. Questuare cosa? Questuare la conferma degli esami sostenuti. Sì perché l'università «destinazione», l'università di Roma nell'esempio, è libera di dirvi qualcosa del tipo: «sì ma noi qui, nell'esame "cazzologia applicata", facciamo anche "teoria e tecnica del nulla", mentre lei ha fatto "cazzeggio sfrenato" che noi abbiamo invece nell'esame "cazzologia applicata 2"». E quindi? «...e quindi per essere accettato dovrà sostenere nuovamente il nostro esame, mettendosi d'accordo con il professore di "cazzologia applicata" per capire se l'esame lo deve fare da zero, oppure sarà così buono da farle sostenere solo la parte di programma che lei non ha già fatto». Qualcuno di voi dirà: «beh ma sei proprio uno spacca-maroni, uno che si attacca al puntiglio, alla regola. Alla fine devi solo sostenere un'esame in più di quelli previsti...». Eh no! Perché al vaglio di Osiride, la divinità che controbilancia con una piuma la lista degli esami che avete sostenuto, non c'è un solo esame del triennio, bensì tutti! Quindi alla fine del vaglio potete trovarvi con decine di esami da sostenere nuovamente (è successo a persone che conosco). Dunque libera circolazione delle menti, ma non tra università diverse, così se per caso ti fossi accorto che nella tua università X l'insegnamento è pietoso, ti scoraggiamo ad andare nell'università Y, a meno che tu non voglia fare due lauree in una. Cioè ma alla fine io non ero laureato? E mettersi d'accordo con il professore cosa significa? Che non c'è una regola? Se quindi mi presentassi di fronte a 10 professori diversi, potrei avere ipoteticamente 10 trattamenti diversi...Insomma nel paese in cui le regole non piacciono e in cui ciascuno si scava una nicchia di potere personale per poter assoggettare gli altri sbattendosene delle regole, ecco un'altra casta a cui inchinarsi e chiedere «è permesso?»

Europa unita? Bollino blu

Questo è il primo di una serie, spero finita, di articoli che mostrano quanto l'europa sia importante oggi in Italia. In particolare in questo articolo tratto dei dazi doganali e delle dogane. Noi tutti sappiamo che una delle manovre più azzeccate dell'europa è stata l'abolizione dei dazi doganali e delle frontiere, permettendo quindi di commerciare tra europei senza pagare i politicanti dei vari stati. Ora voi, più o meno favorevoli all'abolizione dei dazi, direte: «e cosa c'entra il bollino blu?». Caso concreto: regione lombardia ha abolito il bollino blu sulle autovetture, il veneto no. Quindi? Quindi se siete lombardi e andate ad esempio in veneto, poiché non avete il bollino blu, il massimo vessillo di garanzia delle vostre emissioni (automobilistiche), un qualsiasi vigile di una qualunque cittadina del veneto vi potrebbe fermare e multare. Ma questo, secondo voi, non corrisponde forse ad un dazio doganale? Ed è finita qui? Certo che no! I lombardi non possono fare il bollino blu, poiché nelle loro officine specializzate non esiste più questa certificazione. Quindi per poter circolare liberamente in tutta europa e anche nel veneto è necessario recarsi in veneto, presso un'officina autorizzata per apporre suddetto vessillo reale, anzi regionale. La cittadinanza tutta, come al solito, si prostra di fronte a tanta umana pietà.