giovedì 25 marzo 2010

Europa unita? Università in Italia

Ecco il secondo articolo della serie: «europa unita?». In questo articolo vi sottoporrò un ulteriore caso di particolarità in Italia e in europa visto che ne facciamo parte. Se l'europa è unita e se, oltre all'abbattimento dei dazi doganali e delle frontiere, abbiamo permesso la libera circolazione delle persone, beh allora io oggi mi laureo qui in Italia, supponiamo a Parma, e domani vado a lavorare in Danimarca con la garanzia che il mio titolo di studio (universitario) è riconosciuto. Ossia non avviene che in Italia sono il dottor Pirlotto Pirlottoni e in Danimarca sono un pirlotto qualunque. Benissimo, ma se il principio vale a livello europeo allora come minimo dovrà valere a livello nazionale, giusto? No! Infatti se oggi voi vi laureate ad esempio ad una laurea triennale a Parma e decidete di trasferirvi a Roma per effettuare la specialistica, dovete andare a questuare. Questuare cosa? Questuare la conferma degli esami sostenuti. Sì perché l'università «destinazione», l'università di Roma nell'esempio, è libera di dirvi qualcosa del tipo: «sì ma noi qui, nell'esame "cazzologia applicata", facciamo anche "teoria e tecnica del nulla", mentre lei ha fatto "cazzeggio sfrenato" che noi abbiamo invece nell'esame "cazzologia applicata 2"». E quindi? «...e quindi per essere accettato dovrà sostenere nuovamente il nostro esame, mettendosi d'accordo con il professore di "cazzologia applicata" per capire se l'esame lo deve fare da zero, oppure sarà così buono da farle sostenere solo la parte di programma che lei non ha già fatto». Qualcuno di voi dirà: «beh ma sei proprio uno spacca-maroni, uno che si attacca al puntiglio, alla regola. Alla fine devi solo sostenere un'esame in più di quelli previsti...». Eh no! Perché al vaglio di Osiride, la divinità che controbilancia con una piuma la lista degli esami che avete sostenuto, non c'è un solo esame del triennio, bensì tutti! Quindi alla fine del vaglio potete trovarvi con decine di esami da sostenere nuovamente (è successo a persone che conosco). Dunque libera circolazione delle menti, ma non tra università diverse, così se per caso ti fossi accorto che nella tua università X l'insegnamento è pietoso, ti scoraggiamo ad andare nell'università Y, a meno che tu non voglia fare due lauree in una. Cioè ma alla fine io non ero laureato? E mettersi d'accordo con il professore cosa significa? Che non c'è una regola? Se quindi mi presentassi di fronte a 10 professori diversi, potrei avere ipoteticamente 10 trattamenti diversi...Insomma nel paese in cui le regole non piacciono e in cui ciascuno si scava una nicchia di potere personale per poter assoggettare gli altri sbattendosene delle regole, ecco un'altra casta a cui inchinarsi e chiedere «è permesso?»

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