mercoledì 20 maggio 2009

Emule che pirati

Evvai con la disinformazione! Oggi al tg1, la solita tirata d'orecchi ai pirati informatici, quei brutti cattivoni che fanno fallire le multinazionali di musica, intrattenimento e software. Inoltre emule è illegale come dimostrano le battaglie giudiziarie vinte fino ad ora dalle multinazionali.

Ora tralasciando per un istante la questione, mi chiedo, ma gli inviati del tg1 li prendono scemi o semplicemente prendono tangenti per fare «servizi» di parte?
Allora facciamo un pò di chiarezza perchè gli argomenti sono veramente tanti e sono stati tutti trattati male.

Punto primo: noi consumatori nell'acquistare i cd,dvd e ogni altro supporto paghiamo delle tasse che servono a rifondere i danni subiti dalle multinazionali per le copie "pirata". E tralasciando la costituzionalità di una tassa che mi viene imposta presumendo che commetterò atti illeciti (come se non esistessero le aziende che mettono i loro dati al sicuro masterizzandoli) viene da chiedersi se già prendono(stato e multinazionali) delle royality sulla pirateria perchè si lamentano?

Punto secondo: emule non è illegale di per sè, certo che se lo usi per scaricare del materiale coperto da copyright di cui tu non detieni una copia legale stai violando il copyright appunto.
Ma se anche scarichi un film e hai lo stesso film originale in dvd, già così non sei più considerato un "pirata". Inoltre tutto questo sembra non considerare l'enorme volume di download dovuti a materiale non coperto da copyright in generale, come ad esempio la musica o contenuti creative commons.

Punto terzo: da statistiche pare che la vendita di cdrom musicali, audio video in generale si sia incrementata dalla nascita del file sharing. Sembra strano vero? Eppure pare sia così. Questo dipende dal fatto che spesso gli utenti che scaricano musica, poi l'ascoltano e se gli piace comprano il dvd/cd/ecc originale. Poichè l'originale ha un valore maggiore rispetto al semplice supporto masterizzato. Ma l'utente ha il vantaggio di poter ascoltare quello che compra, prima di acquistarlo, quindi può valutare se ne vale la pena o meno.

Punto quarto: non è poi così vero che vengono vinte le cause intentate contro gli utilizzatori di emule; infatti la legge ha depenalizzato il download ad uso personale di materiale protetto da copytight. Fermo restando le alte pene per chi commercializza tali opere.

Punto quinto: "pirata", questa parola che spesso è confusa con la parola hacker. Avete rotto! Se non sapete l'inglese o i termini corretti almeno informatevi!
Hacker oramai è entrato nella disinformazione comune per indicare il pirata informatico, ma non è così! Basta la quinta elementare per arrivare a capire che hacker non può essere il pirata informatico. In primo luogo basta chiedersi come si indica in inglese colui che compie un'azione. Un bimbo delle elementari vi dirà che basta aggiungere al verbo all'infinito senza il to la desinenza -er. Da cui teach-er è colui che compie l'azione di to teach, insegnare quindi è l'insegnante; runn-er (in questo caso si duplica la consonante finale) è colui che compie l'azione di to run, correre quindi è il corridore e così via... In secondo luogo basta una piccolissima nozione di informatica, se così vogliamo dire. Come si chiama il programmino che consente di utilizzare un software del quale non abbiamo la licenza? Si chiama forse hack? NO! Si chiama crack! Pertanto colui che compie l'azione di piratare un gioco, un software, un film non è l'hacker, bensì il cracker (da non confondersi col craker da mangiare). Una breve puntatina su Wikipedia potrebbe evitare agli inviati del TG1 di fare figure da cioccolatai.

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